La storia delle casseforti

Le casseforti sono antiche quanto lo scambio di ricchezza. Dopo l’invenzione della moneta nell’antica Mesopotamia, diventa necessario disporre di strumenti idonei a tenere al sicuro i propri averi di valore. Come siamo arrivati a vani per valori moderni quanto quelli di cui dispone Securedoor? Vediamolo insieme.

Le origini della moneta

Nell’antica Mesopotamia, migliaia di anni fa, un monarca decide di muover guerra ad un vicino. Con l’obiettivo di provvedere ai rifornimenti per il suo esercito, il re fa raccogliere dei metalli preziosi, facendoli poi coniare in una forma particolare, recante il suo volto. Distribuisce queste metalli segnati ai suoi soldati, e manda dei messi nelle terre soggette al suo dominio. I messi informano la popolazione che ciascun suddito, o probabilmente ciascun capofamiglia, dovrà versare come tributo al sovrano un pezzo di metallo segnato. I sudditi si interrogano, chiedendosi dove mai potranno trovare questi strani, nuovi oggetti. La risposta giunge presto: l’esercito del re è in marcia, e i soldati dispongono di monete, di cui i capifamiglia hanno bisogno. Cosa vorranno mai i soldati in cambio di queste monete? Naturalmente, cibo, vestiario e rifornimenti di ogni tipo. La necessità dell’esercito viene quindi soddisfatta, e la moneta entra in circolazione.

Dato che tutti i capifamiglia devono rendere la moneta al sovrano, ossia pagare le tasse allo Stato, la moneta non viene semplicemente scambiata coi soldati e messa da parte, bensì diventa uno strumento accettato da tutti per scambiare beni e servizi: anche chi non è entrato in contatto con i soldati necessita di monete per pagare la nuova tassa, e chi ha un sovrappiù di monete le utilizzerà per acquistare lavoro o merci di cui ha bisogno. Ecco che la moneta diventa lo strumento per conteggiare, scambiare ed accumulare ricchezza.

Naturalmente, anche prima dell’esistenza della moneta. I metalli preziosi erano utilizzati come mezzo per mettere da parte una capacità di acquisto temporaneamente non necessaria, in vista della possibilità di una sua futura utilizzazione. Ma solo con la moneta si stabilisce un vero e proprio mercato dei beni e dei servizi che rende possibile confrontare il valore di un prodotto con quello di un altro, o con un servizio. L’intera nostra concezione di economia dipende da questa invenzione mesopotamica di cinquemila anni fa.

I primi salvadanai

La moneta, essendo uno strumento di scambio di facile portabilità, non nominativo, immediatamente accettato da chiunque, diventa naturalmente obiettivo dei malintenzionati. Per questo, si iniziano a realizzare da subito nascondigli dove occultarla. I primi sono semplici vasi di terracotta, che vengono sepolti dentro casa – rammentiamo che all’epoca il pavimento è ancora in terra battuta -, oppure in un terreno ad essa adiacente. I ritrovamenti più abbondanti riguardano epoche in cui la statualità è in crisi e l’ordine pubblico viene scosso da guerre o insurrezioni, testimoniando quindi l’innata propensione umana ad accrescere la prudenza nei periodi di crisi.

Dall’antica Roma al Medioevo: le casseforti iniziano a prendere forma

I contenitori per mettere al sicuro i valori e le monete divengono via via più sofisticati man mano che la tecnologia avanza. Un passo decisivo si ha nell’antica Roma, con l’introduzione delle serrature in metallo, che rendono molto più robusta e sicura la chiusura dei forzieri, consentendo inoltre di ridurre la dimensione delle chiavi fino a renderle tascabili. Siamo ormai in un’epoca in cui la lavorazione di legno e metalli è piuttosto avanzata, e le casseforti iniziano ad assumere forme simili a quelle che conosciamo oggi: grossi armadi squadrati in legno massiccio, rinforzati eventualmente da sbarre metalliche e dotate di serratura in ferro o in bronzo. A proposito, anche il nome “moneta” ha origine romana: la zecca di Roma si trova infatti vicino al Tempio di Giunone Ammonitrice, in latino, “Aedes Iunonis Monetae”. Le monete romane, soprattutto il solidus aureo introdotto da Costantino il Grande, sono così apprezzate come mezzo di scambio che gli archeologi moderni ne rinvengono persino nel delta del fiume Mekong, in Vietnam.

Nel Medioevo, i monasteri Cristiani inventano la contabilità a partita doppia e la moneta diventa uno degli strumenti con cui l’Italia centrosettentrionale, politicamente frammentata, emerge come grande potenza economica fino a dominare tutti i traffici commercialie europei. L’Impero Carolingio, per volere dello stesso Carlo Magno, decide di darsi una moneta comune. Le zecche imperiali in Francia e Germania dispongono di ricche miniere, e coniano monete massicce, ad alto titolo d’oro e d’argento, di grande valore, per la gioia dei signori feudali, grandi latifondisti, unici a potersi permettere di utilizzare denaro di tale taglia. In Italia, invece, le miniere erano meno generose, e la realtà economica vede, soprattutto dopo l’anno Mille, una ricchezza distribuita nelle mani di molti piccoli proprietari, con città guidate da corporazioni di mercanti che predominano rispetto ai feudatari di campagna, i quali sono costretti persino ad abbandonare i loro castelli ed inurbarsi per curare i propri affari. La richiesta di mezzi di scambio della ricchezza è forte, la disponibilità di metalli pregiati scarsa, quindi si ricorre ad uno stratagemma senza tempo, coniando monete più piccole e con ridotto contenuto di oro o di argento – il titolo – rispetto a quelle in uso nel Nord Europa. La conseguenza di tale scelta è che l’economia dell’Italia bassomedievale beneficia di una moneta abbondante e svalutata rispetto a quella altrui, rendendo più facile esportare le merci locali all’estero. Una svalutazione competitiva ante litteram, che ha reso l’Italia centro-settentrionale tanto ricca che, secondo i cronisti medievali – e secondo i re germanici o francesi che periodicamente varcano le Alpi in cerca di bottino – una sola città italiana contiene più ricchezze di un intero regno nordeuropeo.

Le cassaforte, a fronte delle necessità dei sempre più numerosi risparmiatori, diventa sempre più diffusa ed elaborata. Nel Rinascimento, i forzieri vengono realizzati con tavole di legno laminate in ferro, chiodate e borchiate. Le serrature vengono celate con ingegnosi meccanismi a scatto o a scorrimento, così da rendere più laborioso lo scasso.

Le casseforti moderne

In epoca industriale, la disponibilità di acciaio lavorato rende possibile la creazione di casseforti interamente metalliche. Inizialmente si tratta di manufatti realizzati imbullonando, rivettando o saldando piastre d’acciaio alternate a piastre di rame . Queste ultime hanno la funzione di disperdere il calore e rendere meno efficace la fiamma ossiacetilenica, inventata a fine Ottocento – anche se il concetto di fiamma in grado di fondere i metalli era noto sin dal Medioevo ai saldatori orafi -. In seguito, con il miglioramento della lavorazione dell’acciaio fuso, diventa possibile realizzare casseforti in blocchi unici di acciaio, dalla robustezza maggiore rispetto a quelle composte di più strati saldati. Anche le serrature migliorano, diventando sempre più impervie ai tentativi di scasso.

Ulteriori apporti giungono dalla ricerca militare del XX secolo: le idee dei progettisti di mezzi corazzati vengono impiegate anche in ambito civile, cosicché nuove leghe resistenti alla perforazione, al taglio ed al calore rendono oggi più che mai sicure le casseforti.

Le garanzie di Securedoor

Le casseforti oggi sono strumenti complessi ed evoluti, ma i malintenzionati non sono certo rimasti con le mani in mano: le tecniche di scasso progrediscono, ed è un fatto accettato da tutti gli esperti del settore che qualunque cassaforte può essere forzata, avendo a disposizione tempo e mezzi. Quel che si può fare, per proteggere i beni contenuti in una cassaforte, è:

  1. Rendere la cassaforte stessa il più possibile difficile da raggiungere per i malfattori
  2. Rendere più lungo possibile il tempo necessario, una volta raggiunta la cassaforte, per aprirla.

Securedoor ha pensato ad entrambi questi aspetti quando ha ideato e realizzato i propri vani per valori. I vani per valori Securedoor beneficiano dei più avanzati accorgimenti di sicurezza, tra cui:

  1. La presenza costante di guardie armate
  2. La presenza di una bussola blindata che consente l’entrata di una sola persona alla volta nel negozio
  3. Blindatura della nostra sede in grado di mettere a dura prova il più abile dei malintenzionati
  4. Un caveau interrato, accessibile solo mediante porta corazzata in acciaio massiccio
  5. Vani per valori ciascuno munito di serratura doppia: una delle chiavi rimane al cliente ed una al nostro personale, solo avendo entrambe è possibile l’accesso.